La discussione con l’azienda è cominciata lo scorso mese di settembre per trovare sostanza in una ipotesi di accordo 8 mesi dopo, nell’aprile del 2013, confermata in modo plebiscitario (95% di Sì) dai lavoratori a metà maggio. E’ l’accordo integrativo aziendale sottoscritto alla Manfrotto che riguarda i 530 dipendenti dell’azienda metalmeccanica vicentina occupati nei suoi due stabilimenti italiani: Bassano del Grappa e Feltre . La filosofia dell’accordo, il suo vero punto di forza, sta nella partecipazione.
“Abbiamo individuato 6 tematiche sulle quali sviluppare le relazioni sindacali in azienda - spiega Adriano Poli della Fim Cisl- e la prima è quella del metodo partecipativo per il quale saranno impegnati 6 gruppi di lavoro che saranno impegnati su altrettante problematiche: allineamento al business, monitoraggio della formazione, tutela delle diversità e promozione delle pari opportunità, ambiente e sicurezza, monitoraggio ristorazione”. Nei gruppi saranno impegnati tutti i delegati della RSU e i rappresentanti della sicurezza, tutti della Fim Cisl “L’accordo è un primo passo in avanti verso un modello di lavoro tedesco, la cui premessa sta nella serietà delle parti, nella loro capacità di mettersi in gioco e di avere relazioni costruttive: alla Mastrotto queste condizioni ci sono e traspaiono in oggi riga delle 24 pagine dell’accordo e nella accoglienza che ha trovato tra i lavoratori, operai ed impiegati”.
Nell’accordo trovano posto un pacchetto di flessibilità sulla gestione degli orari di lavoro (dallo straordinario alle ferie residue, dal part time ai turni, fino a quelle di ingresso, uscita e pausa pranzo per gli impiegati) e un robusto sistema di welfare aziendale che comprende il sostegno a maternità e paternità, salute, pari opportunità, pensione integrativa, assistenza fiscale, benessere ed integrazione culturale. Ridefinito anche il sistema premiante che potrà beneficiare della detassazione prevista dal decreto Monti del 2012. Il salario aggiuntivo sarà costituito da quattro diverse componenti: produttività, qualità, redditività e presenza, ognuno con un minimo ed un massimo.
“La scelta del modello partecipativo – sottolinea Raffaele Consiglio, segretario Fim Vicenza- è frutto di un lungo percorso e della consapevolezza - dichiara Raffaele Consiglio segretario della Fim Cisl provinciale- che proprio in una fase complicata come quella che stanno vivendo le nostre famiglie e le imprese ha sempre più senso lavorare per unire in un grande patto partecipativo tutti i soggetti dell'impresa”.